Alberto Zedda ci ha lasciato. Non certo la sua intelligenza, acutezza, ironia, generosità e umanità che tutti coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerlo serberanno nel cuore.
Zedda ha compiuto nel corso della sua lunga vita un enorme lavoro sull’opera di Rossini e del melodramma italiano. Possiamo affermare, senza retorica, che non c’è stato più grande ambasciatore dell’opera rossiniana di lui. La sua passione e il suo amore per il grande compositore pesarese si è esplicato in moltissimi ambiti: nell’attività di direttore d’orchestra, di musicologo, di organizzatore teatrale, di didatta, di divulgatore. Con la modestia che lo contraddistingueva, riconosceva in ognuno di questi ambiti personalità di maggior spicco (citava Claudio Abbado, che proprio la prima versione dell’edizione critica di Cenerentola tenne a battesimo a Firenze nel 1971, Philip Gossett, protagonista di tanti incontri e altrettanti scontri in ambito musicologico) – ma Alberto ha saputo ricondurre tutte queste attività ad un incessante laboratorio intorno a Rossini, con la sua straordinaria vivacità intellettuale, curiosità, condite da quel pizzico di disobbedienza che lo ha portato a non accontentarsi mai delle acquisizioni “definitive” perseguendo incessantemente nuove avventure, nuove sfide.
Così la ricerca musicologica, iniziata con la fondamentale edizione del Barbiere di Siviglia, pubblicata in prima edizione per i tipi di Casa Ricordi nel 1969 – esperimento pilota nell’ambito della filologia musicale a partire dal quale altre edizioni sull’opera italiana hanno preso il via, da Donizetti, Bellini a Verdi, Puccini – e apparsa in edizione definitiva nel 2009 per l’Edizione critica delle opere di Gioachino Rossini della Fondazione Rossini di Pesaro, che annovera a sua cura anche l’edizione critica della Gazza ladra e della Cenerentola. Oltre che curatore di singoli titoli, Alberto Zedda ha fatto parte del primo comitato editoriale della Fondazione Rossini insieme a Bruno Cagli e Philip Gossett, apportando un contributo fondamentale e primario nella messa a punto dei criteri dell’edizione critica.
Al Rossini opera festival, partner della Fondazione insieme a Casa Ricordi, nel progetto di restituzione dell’opera di Gioachino Rossini, Zedda ha dedicato gran parte della vita, mantenendo un dialogo costante, vivace e propositivo tra le tre istituzioni e portando il vasto bagaglio della sua esperienza nella creazione di quella fucina di nuovi cantanti che è l’Accademia rossiniana.
La più preziosa eredità che ci lascia è la smisurata passione per Rossini e per la conoscenza, laica e profonda.