Il lascito di Philip Gossett, spentosi dopo una lunga malattia, rimane per la Fondazione Rossini, per Pesaro e per il mondo della cultura un valore inestimabile. Per un periodo lungo più di trent’anni Gossett ha messo tutte le sue energie di instancabile e brillantissimo studioso al servizio della riscoperta della musica di Rossini, dalla sua iniziale e imprescindibile ricerca sulle fonti rossiniane all’edificio dell’Edizione critica delle opere di Gioachino Rossini di cui è stato dapprima coordinatore del Comitato editoriale, composto da Bruno Cagli e Alberto Zedda, dal primo volume pubblicato nel 1979 e poi direttore fino al 2006 quando contrasti con le istituzioni rossiniane pesaresi l’hanno portato a lasciare l’incarico per assumere analoga posizione presso l’editore tedesco Bärenreiter.
Dal lungo, proficuo e talvolta burrascoso rapporto di lavoro con Bruno Cagli e Alberto Zedda, cui sono subentrati successivamente nel comitato editoriale Patricia Brauner e Paolo Fabbri, hanno potuto riemergere pagine dimenticate come il finale tragico di Tancredi e titoli sconosciuti o mai più ripresi dal xix secolo come Ermione, Il viaggio a Reims, Matilde di Shabran.
Moltissimi gli studiosi che hanno lavorato al suo fianco presso la Fondazione Rossini nella veste di collaboratori e curatori di edizioni, sempre accompagnati da Philip con dedizione, pazienza, e anche appassionato furore. Frutto tangibile ne sono i numerosi titoli dell’Edizione critica pubblicati sotto la sua guida, oltre al vastissimo portato del suo contributo alle diverse collane editoriali pubblicate dalla Fondazione Rossini.
Alla famiglia, a tutti coloro che a Philip sono stati vicini e che gli hanno voluto bene, la Fondazione Rossini desidera esprimere il più sentito cordoglio.