Si è tenuto il terzo ed ultimo appuntamento degli Incontri, organizzati in occasione del Rossini Opera Festival a cura della Fondazione Rossini nella Sala del Consiglio Comunale di Pesaro.
Presenti Gianni Letta, Presidente della Fondazione Rossini; Daniele Vimini, Vicesindaco di Pesaro e Presidente del ROF; Ilaria Narici, Direttore dell’Edizione critica della Fondazione Rossini e Daniele Carnini, Direttore editoriale della Fondazione Rossini,
Daniele Vimini salutando i presenti ha ricordato come nonostante questo anno così difficile si sia rafforzato il rapporto tra la Fondazione, il Rof e la Città di Pesaro. Ha rammentato l’impresa di fare il ROF in queste condizioni con un progetto, La cambiale di matrimonio, destinato a essere riproposto nel Royal opera house di Mascate, in Oman, nel quadro dell’accordo tra le due istituzioni. Anche con la Fondazione Rossini durante la chiusura l’attività congiunta è proseguita, ad esempio col nuovo formato di «Crescendo per Rossini», on line, che ha raggiunto un vasto pubblico.
Ci sono progetti a lungo periodo per la casa natale di Rossini, che sarà ripensata e complementare al Museo Nazionale Rossini. Intanto anche quest’anno è stata inaugurata la tradizionale mostra delle opere che compiono duecento anni; quest’anno sarà dedicata a Maometto II. La mostra è curata da Catia Amati con Lucia Ferrati, Maria Chiara Mazzi, Andrea Parissi. La gratitudine della città, non solo per questa mostra, va alla disponibilità di Sergio Ragni e Luigi Cuoco, maggiori tra i collezionisti rossiniani, con cui prosegue una collaborazione intensa.
Un’altra iniziativa da ricordare prima della chiusura è stata quella di crowdfunding con cui è stato possibile – col contributo fondamentale della Regione Marche – cominciare i lavori per l’adeguamento dell’Auditorium Pedrotti, restituendo a Pesaro un luogo musicale in pieno centro.
Ha preso poi la parola il Presidente della Fondazione Rossini Gianni Letta: affermando che Rossini è più forte del virus, nemmeno il covid ha fermato il lavoro del Festival e della Fondazione sia pure con modifiche nei programmi e la cautele imposte dal periodo.
Ha sottolineato come il successo di questa edizione del ROF sia pari alle attese in una tradizione che continua. Così come la Fondazione ha intensificato il suo lavoro di restituzione più silenzioso ma molto produttivo grazie anche alla disponibilità di documentazioni digitalizzate. Il Rof e la Fondazione hanno lavorato in silenzio con la stessa passione; la Fondazione non ha allentato per un attimo l’approfondimento della ricerca e la valorizzazione di Rossini, patrimonio per la citta di Pesaro, città Unesco per la musica. Un particolare ringraziamento ad Ilaria Narici, Daniele Carnini, Cesare Scarton, Andrea Malnati e Catia Amati.
Ha preso poi la parola il direttore scientifico Ilaria Narici illustrando il lavoro della restituzione critica delle opere di Rossini in quella formula unica di rapporto tra Istituto di ricerca e festival teatrale. In questo periodo di chiusura si è anche rinsaldata la collaborazione con altri istituti di ricerca sui cinque grandi compositori italiani operistici dell’800 Rossini, Puccini, Verdi, Donizetti, Bellini.
Ha presentato la produzione editoriale: l’edizione critica di Aureliano in Palmira a cura di Daniele Carnini e Will Crutchfield, Il Quintetto Atto Primo della Gazzetta a cura di Fabrizio Scipioni, il Duetto per violoncello e contrabbasso a cura di Alice Tavilla. Il titolo di questo 2020 sarà Demetrio e Polibio, a cura di Daniele Carnini. In elaborazione La cambiale di matrimonio a cura di Eleonora Di Cintio, Eduardo e Cristina a cura di Andrea Malnati e Alice Tavilla, Messa di Milano a cura di Ferdinando Sulla, Matilde di Shabran a cura di Jürgen Selk nella versione romana; si sta pensando a come sfruttare per un’edizione lo studio recentemente fatto da Marco Beghelli su Giovanna d’Arco.
L’edizione critica conta 39 titoli pubblicati fino ad oggi: non solo perché è la decana, ma per la sua continuità, è l’edizione più vasta di tutte le edizioni dei compositori operistici italiani.
Verrà edito anche il V volume dell’Epistolario rossiniano (Gioachino Rossini. Lettere e documenti), pensato da Bruno Cagli e Sergio Ragni e che ora Sergio Ragni continua giovandosi della collaborazione con Reto Müller. Gli anni coperti dal libro sono quelli tra il 1836 al 1839, con gustosi aneddoti sulla coesistenza tra le due donne della vita di Rossini: la prima moglie Isabella Colbran e la futura seconda moglie, Olympe Pélissier.
È intervenuto poi Daniele Carnini che ha presentato il resto dell’attività editoriale, pubblicazioni senza cui l’edizione critica stessa e tutta la conoscenza di Rossini non può vivere. Profondamente rinnovata la più antica pubblicazione, il Bollettino del Centro rossiniano di studi; dopo la scomparsa di Bruno Cagli sono stati nominati due direttori giovani ma già accademicamente noti: la francese Céline Frigau e l’italiano Matteo Giuggioli, affiancati da un comitato proveniente da tre continenti. Anche la collana “Tesi rossiniane”, fucina di talenti da tutto il mondo, ha un nuovo direttore: a Emilio Sala, che Carnini ringrazia di cuore, succede Vincenzo Borghetti. Nella Collana “I libretti di Rossini” diretta da Cesare Scarton è in pubblicazione il volume dedicato ad Aureliano in Palmira a cura di Cesare Scarton e Mauro Tosti Croce.